sabato 4 agosto 2018


Gesù non disse mai di abolire alcunché della Legge; disse che nemmeno un apice o uno iota della Legge saranno aboliti. Egli era venuto a completare la legge. Nel senso che si può essere colpevoli anche soltanto nutrendo pensieri malvagi.

Né dichiarò mai di essere contrario, ad esempio ed in particolare, alla pena di morte. Pena che era presente e ben disciplinata nella legge che Dio diede a Mosè.

In un caso specifico, criticò apertamente le sinagoghe che commutavano con una ammenda pecuniaria la pena di morte prevista nella legge mosaica, per il figlio che oltraggia i genitori. (Matteo 15: 3-9;  Marco 7: 9-13).

E per altro, sempre sul tema della pena di morte, in Atti (5: 9-16)  è riportato che davanti a San Pietro morirono all'istante, per punizione divina, i due marito e moglie  Anania e Saffira che avevano mentito sul prezzo di vendita di un loro podere.

In nessun libro della Sacra Scrittura è dichiarata da alcuno l’abolizione della pena di morte.

Pertanto non si può affermare, Bibbia in mano, che il cristianesimo sia contrario, in linea di principio, alla pena di morte in generale, salvo eventuali casi particolari, previsti nelle leggi degli Stati attuali che hanno la pena di morte.

Al contrario, se ci si basa sulla Parola di Dio, e se, per ipotesi, uno Stato si desse autonomamente e liberamente, delle leggi coerenti con la legge mosaica, allora dovrebbe proprio essere inclusa anche la pena di morte secondo quanto dice e disciplina la Sacra Scrittura.

Ed anche, nello specifico, sul grave problema della mancanza di rispetto dei figli verso i genitori che oggi imperversa, la legge mosaica prevede la pena di morte per il figlio che oltraggia i genitori.

Infatti Gesù riprese e riaffermò esplicitamente e chiaramente che quella legge si doveva applicare.

E criticò l’uso che era in vigore nelle sinagoghe di allora, di sostituire la pena di morte, al figlio che oltraggia i genitori, con un ammenda pecuniaria da versare alla sinagoga. (Versetti di Matteo e Marco sopra indicati).

La pena di morte non contrasta con la finalità principale del cristianesimo che è quella della salvezza delle anime.

Al contrario facilita la salvezza delle anime. Il condannato a morte si pente più facilmente dei suoi peccati mentre è vicino all’esecuzione della sua condanna. Dove il pentimento sincero e col cuore per i propri peccati è una chiave per la salvezza eterna dell’anima.

Invece un condannato ad una pena detentiva più difficilmente si pente del suo peccato, se non addirittura in prigione peggiora lo stato della sua anima.

La pena di morte ha anche una funzione di deterrenza ed educativa verso tutti gli uomini, ed in particolare verso chi sarebbe indotto a delinquere.

Leggi blande e facilmente eludibili invece inducono i soggetti più a rischio a delinquere. A tutto svantaggio della salvezza della loro anima e con maggiore sofferenza per chi, nella società, viene colpito dalle azioni delittuose.

Quelli che sono contrari in generale alla pena di morte seguono una ideologia che si oppone alla Parola di Dio. Probabilmente, nella maggioranza dei casi, sono persone sospinte dalla paura inconscia del rischio di poter essere un giorno condannate, loro stesse, a morte.

Tutto ciò che contraddice o contrasta la Parola di Dio è sempre, ed in ogni caso, qualche cosa di diabolico.

Ognuno tragga le sue conclusioni sui contrari o sui favorevoli alla pena di morte. In questo momento in cui stanno venendo fuori delle nuove posizioni.

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