lunedì 17 marzo 2014


Femminismo. Sessismo secondo il Presidente Napolitano.

Se il Creatore o i Creatori o la Natura con il caso e l’evoluzione, a seconda del credo e delle convinzioni esistenziali di ognuno, avessero voluto l’uguaglianza tra l’uomo e la donna, avrebbero dato ad entrambi lo stesso cervello e la stessa possanza fisica. Oppure, se avessero voluto il primato della donna sull’uomo, avrebbero dato più cervello e più forza fisica alle donne e meno all’uomo.

Le cose in realtà non stanno così. Il cervello dell’uomo ha più materia grigia e pesa 100 grammi di più di quello della donna.

E’ stata smentita scientificamente, con una ricerca condotta da una Università inglese, la tesi secondo cui le donne avrebbero più capacità rispetto all’uomo di fare cose diverse contemporaneamente a causa della maggiore estensione del corpo calloso che hanno nel loro cervello.

Risulta scientificamente che l'uomo ha più capacità a svolgere contemporaneamente cose diverse. Dunque la tesi opposta, che è quella durata per tanti anni, era solo una falsa tesi frutto dall'ideologia femminista.

Del resto, ad esempio, è noto che le donne hanno più difficoltà rispetto gli uomini a parcheggiare la macchina in retromarcia, che sovente si vedono le donne fare strisciare a terra la sciarpa perché non guardano anche nella direzione verso il basso, eccetera.

Riguardo invece alla forza fisica, è ammesso da tutti, femministe e femministi compresi, che l’uomo mediamente ne ha di più.

Il mondo è stato costruito dagli uomini, gli uomini sono stati generati dalle donne.

E’ questa la più grande ed importante capacità delle donne, quella della maternità. La cosa più importante di qualsiasi altra per il genere umano, è quella della procreazione. Senza di questa la nostra specie non sopravviverebbe.

Se la storia ci ha consegnato questi dati di fatto, ciò non è dovuto al maschilismo o alla discriminazione sessuale o al sessismo. E' perché oggettivamente le cose stanno così e vanno di conseguenza.

L'uomo ha più capacità mentali e fisiche rispetto alla donna. Così ha voluto il Creatore, o i Creatori o la Natura.

All'uomo, pur con i limiti e le carenze varie che si ritrova, spetta il primo posto nel creato. Alla donna il secondo posto.

Il volere cambiare questo ordine è un controsenso a scapito del progresso e dell'interesse di tutti, donne incluse.

Detto questo è altrettanto provato che ci sono donne molto in gamba e capaci di svolgere bene anche le più alte e più impegnative mansioni in tutti i campi. Vi sono state e vi sono donne geniali. Per i due generi, sia maschile che femminile, vi sono soggetti sopra la media, e anche purtroppo, sotto la media.
 
Quello che però più conta è la media e quella dell’uomo risulta storicamente e nel presente superiore a quella della donna a tutti i livelli, sia in quello della genialità che in quello della normalità. Così stanno le cose in realtà ed è bene prenderne atto. Se per mera ambizione e vanagloria si vogliono forzare le cose cambiandole in modo innaturale, si è destinati ad avere cattivi risultati.

Per fare un paragone, è come se un allenatore di una squadra di calcio decidesse per ideologia, per egualitarismo e solidarismo, di fare giocare le riserve e mettere in panchina i migliori giocatori. La conseguenza sarebbe, se il presidente non lo licenzia subito, che porterebbe la squadra a retrocessione sicura.
In campo economico, sociale, politico le cose sono ben più serie ed importanti che in campo calcistico. La “retrocessione” in questi campi porta a conseguenze e problemi molto più gravi che scendere in una divisione calcistica inferiore.

D'altra parte per le stesse donne è possibile che rimangano più soddisfatte e contente a svolgere mansioni in cui riescono meglio che invece a mettersi ambiziosamente davanti a compiti più impegnativi col rischio di essere poi insoddisfatte e dispiaciute. Ad esempio, io personalmente, nell'arco della mia carriera di docente, ho visto due volte due colleghe piangere nei corridoi per lo sconforto.

Le tendenze politiche ed intellettualistiche attuali di voler sancire invece l’uguaglianza (ed anche la superiorità) delle donne, sono conseguenza dell’ideologia femminista che predomina da decenni nell'Occidente.

Vedi le “ Quote Rosa”; la dichiarazione del Presidente Napolitano sul “sessismo” in occasione della festa delle donne dell'otto marzo di quest'anno.

Ci vedo una contraddizione. Sessismo invece sarebbe proprio stabilire per legge la spartizione egualitaria al 50% dei seggi. Perché, stando così le cose, essere di sesso femminile diventerebbe una discriminazione, non contro, ma a favore delle donne. A mio parere, a scapito dell'interesse generale di tutti, uomini e donne incluse.

Per chiunque desideri o ambisca occupare posti di comando o comunque dirigere altre persone in ogni contesto, da quello lavorativo a quello politico, sarebbe importante per se stesso e soprattutto per le persone sulle quali eserciterà la funzione dirigente, che sia una persona con le giuste attitudini e qualità personali e professionali per cui possa svolgere al meglio tale compito.

In mancanza di ciò queste persone inevitabilmente faranno male il loro lavoro, che è importante e delicato per definizione.

Facendo male un lavoro in cui si sta al vertice a dirigere e a prendere decisioni importanti, si avranno ripercussioni negative e dannose tanto più grandi quanto di maggior rilievo è la carica ricoperta.

Da qui si capisce quanto sia importante per tutti che ci siano le persone adatte e giuste a svolgere, in particolare, le mansioni di dirigenza. Scegliere per sesso e non per capacità sarebbe un grave errore dovuto dall'ideologia femminista.

Oggi, a causa dell'ideologia femminista, sostenuta e propagandata dai media e dalle comunicazioni, si assiste ad una forte e diffusa tendenza soggettiva fra le donne a volere capeggiare e comandare, tanto in famiglia, come nei posti di lavoro che nella società e nella politica.

La qual cosa di per se potrebbe anche essere positiva ma a condizione che abbiano qualità ed attitudini personali adeguate, in modo da poter dare buoni risultati per tutti.

Il mio giudizio personale, in base alle mie esperienze dirette, è che in realtà purtroppo le cose non stanno così. In generale sono rare le donne che dimostrano di saper fare bene il loro lavoro e di avere una buona professionalità.

L' ho riscontrato sempre in vari ambienti e mansioni, ad esempio, tanto fra le impiegate ai banchi degli uffici postali come fra le dottoresse specialiste negli ambulatori o negli ospedali. E potrei fornire tante testimonianze aneddotiche in merito.

Dovrebbe valere per tutti, uomini e donne, il requisito del saper fare e della professionalità. Sarebbe importante per tutti, e per alcuni in particolar modo, cercare di migliorarsi sotto questo aspetto.

Ma se non se ne ha consapevolezza e coscienza, nessuno si auto corregge e cerca di migliorarsi. Se, al contrario, si tessono le lodi a chi invece avrebbe bisogno di migliorarsi, ancor meno è pensabile che queste persone possano migliorarsi o per lo meno prenderne coscienza.

Questo è quello che accade oggi a causa dell'ideologia femminista. Ci sarebbe bisogno mediamente di una crescita sul piano del saper fare e della professionalità delle donne. Invece, col femminismo, si fa elegia delle donne a tutti i livelli e in tutti i luoghi che più contano e fanno opinione.

Sarebbe interesse di tutti, donne stesse per prime, cambiare questo stato di cose, lasciare l'ideologia femminista e rapportarsi in modo realistico, costruttivo e positivo con la realtà presente.
E' anche vero che le donne hanno generalmente minor equilibrio e più sbalzi di umore. Sono più portate alla litigiosità ed alla polemica. Non che in questo l'uomo abbia affatto tutte le carte in regola.

Sarebbe interesse personale e sociale generale che tutti avessimo più autocontrollo, e, in special modo, chi ne ha più bisogno.

A mio giudizio, noi tutti del genere umano conosciamo solo una minima parte di ciò che sarebbe importante conoscere dell'Universo nel suo complesso e di noi stessi ivi inclusi. Ciò che ignoriamo è moltissimo e di gran lunga maggiore di ciò che conosciamo.

La summa di tutte le scienze e delle tecnologie che possediamo è ancora molto lontana dal livello in cui dovremmo essere per poterci dire conoscitori di noi stessi e dell'Universo. A partire dalla nostra stessa essenza e dalla nostra storia, e dal pianeta su cui viviamo e che diciamo, forse presuntuosamente, essere il nostro.

La nostra civiltà, pur nella sua presuntuosa autovalutazione, è compromessa ed affetta da questa ignoranza e da tutti gli errori che ne derivano.

Dovremmo tutti immergerci in un profondo bagno di umiltà che, allo stesso tempo, dovrebbe avere doppia funzione, di autocritica catartica da un lato e, dall'altro, di spinta e di nuova motivazione alle ricerche in campo scientifico, nel cammino verso nuove e più avanzate civiltà sociali e politiche.

Se invece di migliorarci arretriamo ulteriormente, anche a causa degli effetti dell'ideologia femminista, inevitabilmente avremo peggioramenti sociali generalizzati.

Nella fattispecie, se le femministe, per loro ambizione e vanagloria, vogliono il primato o la parità sull'uomo pur non avendone i numeri, le conseguenze non possono che essere negative e di arretramento per tutti.

Nonostante tutto, la donna resta comunque la cosa più bella, più piacevole ed il miglior dono che l'uomo abbia potuto avere nel creato. Però è certo che, se si abbandona il femminismo, le cose potrebbero migliorare per tutti.

In campo legislativo e nel Diritto di Famiglia, sarebbe bene invece riaffermare che il capo famiglia è l'uomo. L'uomo decide la residenza ed il domicilio familiare. E' il responsabile principale dell'educazione dei figli.
La moglie deve prendere il cognome del marito. Mantenere il cognome da nubile fa individualismo e non famiglia, non piena unione ma diversificazione, distinzione e separazione. I figli portano solo il cognome del padre.

Non condivido la direttiva europea che dice che si debbono poter dare cognomi diversi ai figli, o del padre o della madre indifferentemente, ( pur se sono per l'Europa Unita, per la Banca e l'esercito europei e per la creazione di una nuova lingua: l'europeo). La diversificazione dei cognomi, per me, non fa unione familiare ma distinzione e separazione.

A mio parere, anche all'interno della famiglia, l'unione fa la forza.

17/03/2014                                                                G. Pappalardo



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