Femminismo.
Sessismo secondo il Presidente Napolitano.
Se
il Creatore o i Creatori o la Natura con il caso e l’evoluzione, a
seconda del credo e delle convinzioni esistenziali di ognuno,
avessero voluto l’uguaglianza tra l’uomo e la donna, avrebbero
dato ad entrambi lo stesso cervello e la stessa possanza fisica.
Oppure, se avessero voluto il primato della donna sull’uomo,
avrebbero dato più cervello e più forza fisica alle donne e meno
all’uomo.
Le
cose in realtà non stanno così. Il cervello dell’uomo ha più
materia grigia e pesa 100 grammi di più di quello della donna.
E’
stata smentita scientificamente, con una ricerca condotta da una
Università inglese, la tesi secondo cui le donne avrebbero più
capacità rispetto all’uomo di fare cose diverse contemporaneamente
a causa della maggiore estensione del corpo calloso che hanno nel
loro cervello.
Risulta
scientificamente che l'uomo ha più capacità a svolgere
contemporaneamente cose diverse. Dunque la tesi opposta, che è
quella durata per tanti anni, era solo una falsa tesi frutto
dall'ideologia femminista.
Del
resto, ad esempio, è noto che le donne hanno più difficoltà
rispetto gli uomini a parcheggiare la macchina in retromarcia, che
sovente si vedono le donne fare strisciare a terra la sciarpa perché
non guardano anche nella direzione verso il basso, eccetera.
Riguardo
invece alla forza fisica, è ammesso da tutti, femministe e
femministi compresi, che l’uomo mediamente ne ha di più.
Il
mondo è stato costruito dagli uomini, gli uomini sono stati generati
dalle donne.
E’
questa la più grande ed importante capacità delle donne, quella
della maternità. La cosa più importante di qualsiasi altra per il
genere umano, è quella della procreazione. Senza di questa la nostra
specie non sopravviverebbe.
Se
la storia ci ha consegnato questi dati di fatto, ciò non è dovuto
al maschilismo o alla discriminazione sessuale o al sessismo. E'
perché oggettivamente le cose stanno così e vanno di conseguenza.
L'uomo
ha più capacità mentali e fisiche rispetto alla donna. Così ha
voluto il Creatore, o i Creatori o la Natura.
All'uomo,
pur con i limiti e le carenze varie che si ritrova, spetta il primo
posto nel creato. Alla donna il secondo posto.
Il
volere cambiare questo ordine è un controsenso a scapito del
progresso e dell'interesse di tutti, donne incluse.
Detto
questo è altrettanto provato che ci sono donne molto in gamba e
capaci di svolgere bene anche le più alte e più impegnative
mansioni in tutti i campi. Vi sono state e vi sono donne geniali.
Per i due generi, sia maschile che femminile, vi sono soggetti sopra
la media, e anche purtroppo, sotto la media.
Quello
che però più conta è la media e quella dell’uomo risulta
storicamente e nel presente superiore a quella della donna a tutti i
livelli, sia in quello della genialità che in quello della
normalità. Così stanno le cose in realtà ed è bene prenderne
atto. Se per mera ambizione e vanagloria si vogliono forzare le cose
cambiandole in modo innaturale, si è destinati ad avere cattivi
risultati.
Per
fare un paragone, è come se un allenatore di una squadra di calcio
decidesse per ideologia, per egualitarismo e solidarismo, di fare
giocare le riserve e mettere in panchina i migliori giocatori. La
conseguenza sarebbe, se il presidente non lo licenzia subito, che
porterebbe la squadra a retrocessione sicura.
In
campo economico, sociale, politico le cose sono ben più serie ed
importanti che in campo calcistico. La “retrocessione” in questi
campi porta a conseguenze e problemi molto più gravi che scendere in
una divisione calcistica inferiore.
D'altra
parte per le stesse donne è possibile che rimangano più soddisfatte
e contente a svolgere mansioni in cui riescono meglio che invece a
mettersi ambiziosamente davanti a compiti più impegnativi col
rischio di essere poi insoddisfatte e dispiaciute. Ad esempio, io
personalmente, nell'arco della mia carriera di docente, ho visto due
volte due colleghe piangere nei corridoi per lo sconforto.
Le
tendenze politiche ed intellettualistiche attuali di voler sancire
invece l’uguaglianza (ed anche la superiorità) delle donne, sono
conseguenza dell’ideologia femminista che predomina da decenni
nell'Occidente.
Vedi
le “ Quote Rosa”; la dichiarazione del Presidente Napolitano sul
“sessismo” in occasione della festa delle donne dell'otto marzo
di quest'anno.
Ci
vedo una contraddizione. Sessismo invece sarebbe proprio stabilire
per legge la spartizione egualitaria al 50% dei seggi. Perché,
stando così le cose, essere di sesso femminile diventerebbe una
discriminazione, non contro, ma a favore delle donne. A mio parere, a
scapito dell'interesse generale di tutti, uomini e donne incluse.
Per
chiunque desideri o ambisca occupare posti di comando o comunque
dirigere altre persone in ogni contesto, da quello lavorativo a
quello politico, sarebbe importante per se stesso e soprattutto per
le persone sulle quali eserciterà la funzione dirigente, che sia una
persona con le giuste attitudini e qualità personali e professionali
per cui possa svolgere al meglio tale compito.
In
mancanza di ciò queste persone inevitabilmente faranno male il loro
lavoro, che è importante e delicato per definizione.
Facendo
male un lavoro in cui si sta al vertice a dirigere e a prendere
decisioni importanti, si avranno ripercussioni negative e dannose
tanto più grandi quanto di maggior rilievo è la carica ricoperta.
Da
qui si capisce quanto sia importante per tutti che ci siano le
persone adatte e giuste a svolgere, in particolare, le mansioni di
dirigenza. Scegliere per sesso e non per capacità sarebbe un grave
errore dovuto dall'ideologia femminista.
Oggi,
a causa dell'ideologia femminista, sostenuta e propagandata dai media
e dalle comunicazioni, si assiste ad una forte e diffusa tendenza
soggettiva fra le donne a volere capeggiare e comandare, tanto in
famiglia, come nei posti di lavoro che nella società e nella
politica.
La
qual cosa di per se potrebbe anche essere positiva ma a condizione
che abbiano qualità ed attitudini personali adeguate, in modo da
poter dare buoni risultati per tutti.
Il
mio giudizio personale, in base alle mie esperienze dirette, è che
in realtà purtroppo le cose non stanno così. In generale sono rare
le donne che dimostrano di saper fare bene il loro lavoro e di avere
una buona professionalità.
L'
ho riscontrato sempre in vari ambienti e mansioni, ad esempio, tanto
fra le impiegate ai banchi degli uffici postali come fra le
dottoresse specialiste negli ambulatori o negli ospedali. E potrei
fornire tante testimonianze aneddotiche in merito.
Dovrebbe
valere per tutti, uomini e donne, il requisito del saper fare e della
professionalità. Sarebbe importante per tutti, e per alcuni in
particolar modo, cercare di migliorarsi sotto questo aspetto.
Ma
se non se ne ha consapevolezza e coscienza, nessuno si auto corregge
e cerca di migliorarsi. Se, al contrario, si tessono le lodi a chi
invece avrebbe bisogno di migliorarsi, ancor meno è pensabile che
queste persone possano migliorarsi o per lo meno prenderne
coscienza.
Questo
è quello che accade oggi a causa dell'ideologia femminista. Ci
sarebbe bisogno mediamente di una crescita sul piano del saper fare e
della professionalità delle donne. Invece, col femminismo, si fa
elegia delle donne a tutti i livelli e in tutti i luoghi che più
contano e fanno opinione.
Sarebbe
interesse di tutti, donne stesse per prime, cambiare questo stato di
cose, lasciare l'ideologia femminista e rapportarsi in modo
realistico, costruttivo e positivo con la realtà presente.
E'
anche vero che le donne hanno generalmente minor equilibrio e più
sbalzi di umore. Sono più portate alla litigiosità ed alla
polemica. Non che in questo l'uomo abbia affatto tutte le carte in
regola.
Sarebbe
interesse personale e sociale generale che tutti avessimo più
autocontrollo, e, in special modo, chi ne ha più bisogno.
A
mio giudizio, noi tutti del genere umano conosciamo solo una minima
parte di ciò che sarebbe importante conoscere dell'Universo nel suo
complesso e di noi stessi ivi inclusi. Ciò che ignoriamo è
moltissimo e di gran lunga maggiore di ciò che conosciamo.
La
summa di tutte le scienze e delle tecnologie che possediamo è ancora
molto lontana dal livello in cui dovremmo essere per poterci dire
conoscitori di noi stessi e dell'Universo. A partire dalla nostra
stessa essenza e dalla nostra storia, e dal pianeta su cui viviamo e
che diciamo, forse presuntuosamente, essere il nostro.
La
nostra civiltà, pur nella sua presuntuosa autovalutazione, è
compromessa ed affetta da questa ignoranza e da tutti gli errori che
ne derivano.
Dovremmo
tutti immergerci in un profondo bagno di umiltà che, allo stesso
tempo, dovrebbe avere doppia funzione, di autocritica catartica da un
lato e, dall'altro, di spinta e di nuova motivazione alle ricerche
in campo scientifico, nel cammino verso nuove e più avanzate civiltà
sociali e politiche.
Se
invece di migliorarci arretriamo ulteriormente, anche a causa degli
effetti dell'ideologia femminista, inevitabilmente avremo
peggioramenti sociali generalizzati.
Nella
fattispecie, se le femministe, per loro ambizione e vanagloria,
vogliono il primato o la parità sull'uomo pur non avendone i numeri,
le conseguenze non possono che essere negative e di arretramento per
tutti.
Nonostante
tutto, la donna resta comunque la cosa più bella, più piacevole ed
il miglior dono che l'uomo abbia potuto avere nel creato. Però è
certo che, se si abbandona il femminismo, le cose potrebbero
migliorare per tutti.
In
campo legislativo e nel Diritto di Famiglia, sarebbe bene invece
riaffermare che il capo famiglia è l'uomo. L'uomo decide la
residenza ed il domicilio familiare. E' il responsabile principale
dell'educazione dei figli.
La
moglie deve prendere il cognome del marito. Mantenere il cognome da
nubile fa individualismo e non famiglia, non piena unione ma
diversificazione, distinzione e separazione. I figli portano solo il
cognome del padre.
Non
condivido la direttiva europea che dice che si debbono poter dare
cognomi diversi ai figli, o del padre o della madre
indifferentemente, ( pur se sono per l'Europa Unita, per la Banca
e l'esercito europei e per la creazione di una nuova lingua:
l'europeo). La diversificazione dei cognomi, per me, non fa
unione familiare ma distinzione e separazione.
A
mio parere, anche all'interno della famiglia, l'unione fa la forza.
17/03/2014 G.
Pappalardo
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